Il mio viaggio
Sono distesa, ho lo sguardo perso nel vuoto, non penso a nulla, tempo pochi attimi e chiudo gli occhi.
Da quel momento inizio a sprofondare tra le nuvole, il vento fa smuovere la mia maglia ed io riprendo conoscenza cercando di capovolgermi per poter mantenere il controllo del vento. Adesso posso farmi trasportare da questa fresca corrente e vedere il mondo.
Sorvolo i monti e vedo una grande distesa verde, è incredibile quanto sia bella la natura senza l’impronta umana, solo nel vedere quella purezza mi sento bene, anche i miei polmoni gioiscono per l’aria così pulita. Pian piano abbasso quota, passando da una corrente fresca a una più calda che mi avvolge tutta, mi trovo a pochi centimetri da terra, sono tentata dal toccare quell’erba così verde, quindi cerco di avvicinarmi riuscendo a sfiorarla. Ahahah, fa il solletico.
Dopo questo avvicinamento decido di risalire, sopra le nuvole ma non vedo un granché però scorgo delle rocce lucenti dalle varie tonalità. Uhuhuh, vedo anche delle capre di montagna che saltellano su di esse.
Riprendo il mio il mio viaggio, ma questa volta non per guardare il paesaggio sotto di me, bensì per vedere l’orizzonte, il sole sta calando e il suo irradiare di colori caldi mi avvolge come l’aria che si sta riscaldando.
Sono talmente a mio agio che inizio a chiudere gli occhi e mi addormento mentre il vento inizia a portarmi da un lato all’altro come se fosse ubriaco.
Dopo un po’ di tempo mi risveglio riposata, anche se è notte fonda e dei tanti colori e odori non sento più niente, se non l’odore dell’imminente pioggia e le numerose stelle che non ho mai visto in quel grande numero, poi però anche loro iniziarono a scomparire, nascondendosi dietro le nuvole cariche di malinconia che scendono sotto forma di piccole e monotone gocce d’acqua pronte a mettere a nudo i crimini del mondo.
Ormai non vedo più niente, la pioggia inizia a indebolirmi e lampi iniziano a farmi girare la testa, ma una luce all’orizzonte cattura la mia attenzione, man mano che mi avvicinavo noto che non è un unico ammasso di luce, ma tanti piccoli puntini luminosi che appartengono a case, grattacieli e automobili: è una metropoli.
Scendo verso di essa e per la prima volta vedo i rumori e i disordini di questi enormi posti: il clacson delle auto che suonano nel traffico, i ragazzi ubriachi che fanno baldoria, i gatti che corrono nei vicoletti, le caldi luci dei lampioni che mi fanno dimenticare la pioggia e il freddo invernale che mi sta attraversando. Mi sento bene.
Oltrepasso anche la città dirigendomi verso il mare, intanto ha smesso di piovere e il cielo si è schiarito, adesso è di un blu particolarmente scuro, sempre stellato. Arrivo alla spiaggia, intorno a me sento odore di… fritto! Infatti, c’è un bel ristorante di pesce dietro di me, ahahah. Poi dirigo lo sguardo davanti al mare, è completamente nero come se fosse il portale per gli abissi senza fine, in compenso però è illuminata da una grande luna che fa brillare gli occhi chiunque la guardi. Rimarrei a guardarla per sempre, anche se ormai il mio viaggio è giunto al termine. Inizio a dirigermi verso di essa, camminando su quelle nude e fredde pietre che compongono la spiaggia. Tocco l’acqua del mare, è gelata, ma piacevole, continuo a camminare finché non sprofondo negli abissi…
Lia D. P.
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