IL PREGIUDIZIO E LA MALDICENZA

Nell’epoca della pandemia pare quasi poco rispettoso accostarsi ad argomenti differenti, eppure l’attualità la possiamo trovare, ogni volta che lo desideriamo, anche in scritti apparentemente lontani dagli eventi.

Nel suo romanzo “La posta in gioco”, di Pierangela Micozzi, editore Punto D’Incontro, si parla di umane debolezze, attraverso il protagonista Carlo, impiegato postale, vittima di una truffa.

Carlo si presenta, in questo romanzo breve, come uomo remissivo, quasi sottomesso ed animato da buoni sentimenti, difeso dalla moglie Mafalda.

Il romanzo, di piacevole lettura, scritto con stile rappresentativo di ordine letterario e linguistico, spesso abbandonato in tempi moderni, pone il lettore su un piano narrativo coerente ma che richiede attenzione rispetto alla nucleo fondante e l’intensità emotiva che traspare dalla vicenda.

La vicenda scorre tra una quotidianità puntuale, da cui, a tratti, emerge una ritualità impiegatizia, ed improvvisi lampi di insospettabile orgoglio, di fronte ad una vicenda che giunge ad essere drammatica non tanto in virtù della sua magnitudo, quanto per il suo impatto rispetto al “credo” del protagonista.

Ne emerge quindi una storia di attuale resilienza, di resistenza agli eventi esterni, che tentano di sopraffare il perno etico del protagonista.

L’esito non va svelato ma resta importante la traccia che nell’introduzione del romanzo la stessa autrice, Pierangela Micozzi, ci anticipa “Avrebbe sempre avuto quel senso di colpa, pur non essendo colpevole, poichè il male che ci si porta dentro, quando è causato dagli altri, resta come una tara nascosta sul fondo dell’animo”.

Michele Tos

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